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per mezzo de’ servi vili del lor dispotismo, ed a dispetto di tutti i diritti divini ed umani. Alla fosca luce di una casa incendiata nei sob­ borghi orientali della città furono nella serata di questo giorno incominciate le negoziazioni, e furono ultimate il dì 7 Settembre alle ore quat­ tro della mattina. La massima infernale del Cavaliere Popham, e dei Plenipotenziarj che erano seco lui, era questa: che la distruzione intera della Danimarca non poteva esser presa in considerazione, tosto che si trattava della sicurezza dell’ Inghilterra. Patteggiavano con l’ orologio alla mano, e al­ lorché fu fatta la minima difficoltà o rappresen­ tanza per parte dei Plenipotenziarj Danesi, mi­ nacciarono subito di rompere le trattative, e di ricominciare il bombardamento. Anzi dicevano ironicamente: facciamolo; giacché sempre si po­ tranno dopo intavolare novamente le negozia­ zioni . Domandavano la nostra flotta intera con tutti i bastimenti armati, non più come un deposito, ma come una proprietà; e sebbene fosse final­ mente ottenuto che non si parlerebbe nella ca­ pitolazione della maniera di prender possesso della flotta, e che i nemici rinuncierebbero alla pretensione di occupare la città di Copenhagen ?

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