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cielo, e fu impossibile estinguerle. Caddero le pesanti campane sulle muraglie del campanile, fracassarono tutto , e sparsero torrenti di fuoco . Le due chiese sembrarono una sola fornace. Dappertutto l’incendio infuriava. I cadaveri bru ciavano nei loro sepolcri. Quantità di monu menti di marmo, di cui gran parte erano consa crati alla memoria di eroi, i nomi de’ quali sa ranno eternamente cari alla Danimarca, furono ridotti in polvere. Il solo sotterraneo in cui era rinchiuso l’ ar chivio del Vescovado, e la volta dietro al coro, l’ unico avanzo dei secoli passati, non furono of fesi. Il campanile finalmente precipitò, e nella sua rovina incendiò una quantità di case vicine. Esultavano i nostri crudeli nemici d’ un sì fiero spettacolo, e le loro sacrileghe grida di giubbilo udivansi dalle muraglie. La massa delle fiamme intanto inondava la cit tà . La notte era chiara come il giorno,e nuvole rosseggiami di sangue coprivano l’orizzonte. Pure alcune case vicine furono intatte poiché appun to il vento prese un’ altra direzione ; ma in niun luogo gli mancava alimento. La parte della fab brica accademica, ove si facevano le lezioni, e quella dove era il Teatro Anatomico fu incen diata . Già prima questa fabbrica era stata dalle
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