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63 dello scarpello di Wiedewelt fu interamente di­ strutta . I sepolcri furono spezzati, e la luce del giorno penetrò di nuovo in que’sacri sotterranei. I cimiteri furono profanati, e scosso dai fon­ damenti il campanile la di cui cupola è coperta di rame. Il solo fabbricato delle chiese rimase illeso in mezzo a tante rovine; ma diversi anni abbisogneranno prima che possano i santuarj es­ ser atti al servizio divino. La terza notte comparve, e con essa si rinno­ varono tutti gli orrori della distruzione. Il fuoco della flotta nemica, che si era avvicinata il gior­ no precedente, fu subito costretto al silenzio • ma le batterie di terra raddoppiarono il loro fu­ rore. Sembrava che le fiamme tutte d’ averno fossero vomitate sopra l’ infelice città di Copen­ hagen. Una immensa quantità di legname da costruzione , che era sopra la piazza chiamata Cantiero, situata nella parte di ponente della città, divenne la preda delle fiamme; e l’ inimi­ co diresse colà tante palle e granate che rese im­ possibile l’ arrestarne i progressi. Nella città stessa l’ incendio consumava centinaja di case , e final­ mente un razzo accese il campanile della Prima- ziale, che fin allora era stato conservato médian, te le cure incessanti de’ bravi pompieri, e s’ inal- zarono incessanti e crepitanti le fiamme fino al

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