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i'osse distrutta. I tetti erano dappertutto forati dalle bombe e granate. Tutte le finestre erano fracassate, le muraglie diroccate, le strade in­ gombrate^ in molti luoghi rese impraticabili. Tutti gli abitanti s’ occupavanò a trasportare le loro robe le più preziose in altre parti della città che giudicavano più sicure, o almeno a rintraccia­ re un ricovero per le loro mogli e figli. Non si tro­ vavan carrette. Ciascuno portava gli effetti proprj, ogni differenza di rango e di ricchezze cessava in quest’ affanno generale.Lo spavento, l’ angu­ stia si mostravano dipinti sopra tutte le faccie. Gli ammalati, le donne partorienti, i feriti si trasportavano in fretta, e tutti cercavano ricove­ ro nella parte lontana della città chiamata Cri- stianshaven, situata sull’ isola di Amae, ch’ era stata fino allora dal nemico risparmiata, poiché la difficoltà di approdarvi l’ aveva costretto a li­ mitarsi a battere il villaggio di Dragoe dalla par­ te meridionale. Frattanto la sicurezza , che si credeva trovare a Cristianshaven, era anche pre­ caria, perchè le batterie inglesi potevano an­ che battere questa parte della città ; e la calami­ tà sarebbe stata inesprimibile , se delle bombe nemiche fossero cascate sui numerosi magazzini e vascelli che erano stati condotti sopra i canali di questa parte della città, o sul laboratorio

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