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53 colla prestezza del Fulmine rovinarono l’ una do­ po l’ altra le muraglie delle case, i camini, e fra­ cassarono i tetti, che si precipitavano con impe­ tuosità nelle strade. Mille voci e grida si faceva­ no sentire, le fiamme ardenti delle case incen­ diate, il fracasso dei cannoni dei baluardi, tutto ciò riunito spargeva uno spavento contra il qua­ le anche 1’ uomo il più coraggioso e di sangue freddo poteva appena difendersi. Il pericolo della battaglia la più sanguinosa e- ra un nulla in paragone di quello, a cui erano esposti gli abitanti della parte settentrionale del­ la città, ed anche della parte di ponente, ove i nemici continovarono tutta la notte a gettare le loro palle infocate, e la loro situazione era tanto più spaventevole che non potevano contenersi che passivamente, non potendo fare alcuna re­ sistenza ; e tutta la loro attività doveva limitarsi ad osservare se nella vicinanza si estendeva l’ in­ cendio . Tutti quegl’ infelici che si trovavano nella strada erano fracassati senza poter salvarsi, poiché da ogni lato le bombe e le granate piom­ bavano ,e crepavano per cosi dire tutte appena tocco il lastrico delle vie, fracassando tutto al­ l’ intorno. Una morte improvvisa era il minimo male, giacché molti furono crudelmente strop

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