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52 (le città di Copenhagen ; nemmeno poche rac­ chette infocate , e certe canne fissate sopra lunghi bastoni ripieni di materie combustibili e di frec- cie di ferro, che furono quel giorno con parsi­ monia lanciate;ed il poco danno che cagionarono contribuì non poco a rassicurare gli spiriti, dan­ do loro ottime speranze pel futuro. V ili. Così comparve il dì 2 di Settembre , e preci­ samente il ventesimo giorno dopo che gl’ inglesi erano sbarcati sulla nostra isola. La giornata era bella e fresca, si credeva ancora di esser sicuri in questo giorno, ed anche poter passare tran­ quillamente la notte come le antecedenti ; bom­ be isolate che furono nel giorno lanciate sopra i baluardi non aumentavano l’ inquietudine, tan­ to più che cagionavano poco danno. Molti degli abitanti godevano nel tramontar del sole il fresco delizioso della serata nel giardino di Rosenborg. Occultatosi il sole, tetro velo incominciò a sten­ dersi. I capi di famiglia che non facevano il ser­ vizio su i baluardi si recarono tranquillamente nel seno della lor casa , quando tutto in un trat­ to simile all’ eruzione spaventevole di un vulca­ no tutte le bocche di fuoco delle batterie princi­ piarono a vomitare la morte e la distruzione, e

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