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mager era affatto libera, poiché questa piccola e fertile isola , l’ orto di Copenhagen, era tal­ mente guarnita di truppe, che la di lei conqui­ sta sarebbe stata diffìcilissima agl’ Inglesi, e nel caso che essi fossero stati respinti, questa spe­ dizione sarebbe costata più sangue che quella che nell’ anno i 658 fece Carlo Gustavo con ri­ schio della propria sua vita. Le batterie che i nemici avevano postate con­ tro Copenhagen erano di un genere del tutto straordinario. Avevano pure formati dei trince­ ramenti con batterie di qua e di là , eretti senza essere destinati ad un attacco regolare, ma per costringere la città mediante una generale di­ struzione ad arrendersi. Perciò erano tutti prov­ visti di una formidabile artiglieria. I cannoni in numero di 4ò a 5 o erano tutti di 24 libbre, in parte tolti ai vascelli da guerra; circa 60 mortai d i70 a ino libre,ed un’ altra quantità di mortai a granate. Tutta quest’ artiglieria fu sbarcata al piùa io miglia da Copenhagen, e poi con poca fatica condotta sopra inostri proprj carri fino alla città. I nostri contadini selaiulesi furono costretti a migliajadi portarsi a un Lavoro,alla loro Patria così dannoso . Quanto più granili sarebbero stati gli ostacoli, se i nemici avessero dovuto sbarca­ re sopra una piaggia non lontana da Copenha-

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