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36 è di dare un saggio della condotta infame degli Inglesi, e delle sofferenze degli abitanti di Co­ penhagen , che egli stesso ha con loro divise, di farne una narrazione esatta agli occhi de’ suoi contemporanei e della posterità. Egli ha sentito il bisogno di sollevare dall’ amarezza il suo cuore, di combattere il nemico della sua patria colle sole armi che sono in suo potere ; ed è nella lu­ singhiera speranza che l’ opinione di tutti i buo­ ni non può essere che sola ed uniforme sopra un avvenimento, di cui non ha esempio la storia. I nemici sbarcarono di fatti il 16 Agosto a Ve- beck villaggio di pescatori a 3 leghe da Copen­ hagen fra la capitale e la città di Helsingòr, pre­ sero direttamente una posizione forte coperta da selve e da alture, e sparsero un Manifesto in lin­ gua tedesca al popolo danese eh’ è ignorante af­ fatto di quell’idioma. Si accorsero subito di que­ st’ errore, e fecero fare da uno Svedese una tradu­ zione del Manifesto in lingua sedicente danese, che come l’originale era stampato abordo del va­ scello Ammiraglio. Ancora in questo Manifesto parlavano il linguaggio dell’ amicizia pubblicando che venivano a proteggere la Danimarca contro la Francia, ed a condurre la flotta danese come un deposito nei porti dell’ Inghilterra, protestandosi di trattare la nostra isola di Selandia come una

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