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che, mettendosi in rapporto colle batterie di ter­ ra e colla fortezza, formava pei- cosi dire una li­ nea inespugnabile. Questa flotta di difesa consi­ steva in un vascello di linea, un vascello disar­ malo, 29 batterie flottanti, scialuppe cannonie­ re con 193 pezzi di cannone, e tanti mortali quanti richiedeva il bisogno. L’ ingresso del por­ to veniva chiuso da un gran vascello che fu nella notte sommerso nel mare. Daltronde il vascello di linea e quello disarmato di cui abbiamo par­ lato dominavano col tiro di cannone l’ ingresso del porto, e difendevano la parte settentrionale della batteria delle tre Corone; un gran battello armato di cannoni di grosso calibro difendeva la parte meridionale, e ad ogni lato della batteria Prtivesteen erano poste delle batterie flottanti. Il Principe Reale aveva affidato il comando generale al Comandante della fortezza, il Sig. Maggior-Generale de Peymann,e dopo di esso al Maggior-Generalc de Biclcfeld, Capo dell’ arti­ glieria, ed al CiamberlanoCommendatore Steen Bilie della marina reale. Se fossero state così fortificate le difese di Copenhagen dalla parte di terra, come erano dalla parte di mare, è certo che tutti gli sforzi dell’ inimico sarebbero stat* inutili; e dopo esser stato rispinto dalla parte di terra appena si sarebbe arrischiato di attaccarci 34

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