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caso di repulsa la guerra, minacciandola terribile ed accanita, giacché il Re della gran Brettagna aveva la certa notizia che essa sarebbe costretta dalla Francia a prendere parte alla guerra, e non poteva in conseguenza dispensarsi dal pre­ venire egli stesso questa violazione. Con una fermezza impavida il Principe Reale ricusò tut­ te le sue dimande; rispondendo tra l’ altre que­ ste parole alle promesse degl’ Inglesi d’ inden­ nizzarlo in caso di sinistri accidenti : ,, ma chi potrà dunque mai indennizzare la Danimarca dell’ onore suo perduto? Che peraltro il Ministe­ ro del Re suo Padre era in Copenhagen, e che in conseguenza il Signor Jakson non aveva che a portarsi colà ,, . Il Principe stesso s’affrettò di prevenire l’ insolente Britanno; ei si portò sul­ le ale dell’ amor della patria a Copenhagen , pas­ sò il Belt già pieno d’ incrociatori nemici, ed ar­ rivò nella capitale ove fece tutti i preparativi di difesa che permetteva la ristrettezza del tempo. Paragonando le forze degli aggressori alle scarse difese, non si dissimulò il pericolo in cui si trovava Copenhagen abbandonata a sé stessa ; .ma questa idea non potò abbattere la sua anima impavida, giacché la possibilità di un soccorso esisteva pure, malgrado la grande difficoltà di far passare un’ armata, nell’ atto che il Baltico 29

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